Il Sindaco di Rufina, Mauro Pinzani, insieme a tutta l'Amministrazione comunale eprime profondo dispiacere per la scomparsa di Dante Brucci.
Dante Brucci nasce a Rufina, a poggio di Vico il 18 gennaio 1926, si trasferisce a Firenze con la famiglia nella zona di Canonica sopra Careggi. il 15 agosto 1944, i tedeschi in ritirata dal capoluogo toscano lo catturano e lo spediscono nei campi di lavoro. Dalla Futa comincia il lungo viaggio di Dante fino a Hohenau ai confini di Austria e Polonia, toccando le caserme rosse di Corticella, Bologna, il carcere di Fossoli, Modena, innsbruck. Il viaggio di ritorno fu ancora più rocambolesco, oltre 1000 km a piedi da Pibeston verso l'Italia, poi deviato in Yugoslavia, ancora Trieste, Bologna e finalmente a casa. Dopodiché Dante riesce a ricostruire una vita normale, l'impiego alle poste, il ritorno a Rufina, i figli, i nipoti.
E' una bella storia raccontata nel volume di Massimo Biagioni "Ai bordi dell'inferno" edito da Polistampa; racconta le piccole storie di ragazzi di Rufina, San Godenzo, Pontassieve, Borgo San Lorenzo, Firenze, (Dante Brucci, insieme a Luigi Agricoli, Mario Cornazzani, Fernando Gennari, Valerio Signorini) catapultati, loro malgrado, in storie più grandi di loro.Spinti fino a lambire i bordi dell'inferno nel periodo della seconda guerra mondiale, con l'invasione tedesca e le deportazioni, la resistenza e la nascita della Repubblica, sono riusciti a tornare a casa e hanno testimoniato la crudeltà e la follia della violenza e della sopraffazione, costruendo una "memoria" che sia di insegnamento ai giovani perché simili esperienze non abbiano mai più a ripetersi.