Scoppio del carro

Il tradizionale appuntamento dello scoppio del carro che si svolge a Rufina in Piazza Umberto I il sabato di Pasqua

Il tradizionale appuntamento dello scoppio del carro che si svolge a Rufina in Piazza Umberto I il sabato di Pasqua e trae le sue origini a partire dal 1937, allorchè alcuni cittadini rufinesi il sabato mattina antecedente la Pasqua alle undici, inventarono lo scoppio con un rudimentale marchingegno denominato Berta dal nome di un attrezzo usato dai fabbri per schiacciare le barre di metallo incandescente.
La Berta funzionava attraverso una barra di ferro lunga 120 cm. e di circa 8 cm. di diametro che attraverso degli anelli veniva issata lungo due binari verticali e ancorata agli alberi di piazza Umberto I. La barra di ferro veniva lasciata poi cadere violentemente sopra un primitivo petardo fatto con le capsule dei fiaschi (allora di piombo) contenenti una miscela di zolfo e clorato di potassio depositato sopra una lastra metallica. Il risultato era una serie di fragorosi scoppi uditi in tutto il paese.
La Berta continuò ad essere usata fino a ché gli avvenimenti bellici interruppero la cerimonia.
Nel 1946 la Berta diventava ufficialmente lo scoppio del carro, perché la struttura portante era costituita da un involucro, contenente i petardi, posto su un carro da buoi a due ruote, decorato con frasche e foglie di alloro.
L’accensione avveniva tramite la colombina, un innesco inserito dentro una piccola colomba di carta pesta, che, accesa all’altezza dell’altare della chiesa di San Martino partiva con dei razzi diretta lungo un filo di ferro verso il carro e una volta accesi i fuochi del carro ripartiva diretta verso l’altare e, secondo la completezza del tragitto di andata e ritorno era considerato un buon segno per il raccolto. Alla fine degli scoppi, veniva lanciata la girandola in alto per alcuni centinaia di metri.
Bisogna aspettare l’inizio degli anni ‘50 per arrivare ad un carro più completo di forma piramidale appoggiato su un rimorchio di un autotreno, con l’aggiunta di quattro angioli con trombe ai quattro lati del carro in alto che dalle trombe facevano uscire delle fontane luminose. Il carro rivestito di cartone doveva essere rifatto completamente tutti gli anni, cambiò anche l’orario che venne posticipato alle ore 24.00 del Sabato Santo.
A partire dalla metà degli anni ’60 lo scoppio del Carro si arricchì dell’esplosione di fuochi artificiali assumendo l’odierno svolgimento.
L’attuale struttura della parte superiore del nuovo carro trova spunto da un disegno giacente presso la biblioteca Magliabechiana di Firenze e risalente alla metà del ‘600. Il carro è abbellito da quattro pitture realizzate da alcuni madonnari che rappresentano il Cristo risorto, San Martino Patrono della nostra chiesa, e due vedute del territorio rufinese: la Villa di Poggio Reale e il ponte romano di Ponte a Vico.

 

Ultimo aggiornamento: Mer, 11/11/2015 - 12:12