Vediamo se è tutto chiaro: qual’è il colore della raccolta dell’organico? Ormai dovrebbe essere chiaro, MARRONE! Ma dopo la raccolta fatta dai cittadini, che cosa succede?
Vediamo se è tutto chiaro: qual’è il colore della raccolta dell’organico? Ormai dovrebbe essere chiaro, MARRONE! Ma dopo la raccolta fatta dai cittadini, che cosa succede?
Fino a non molto tempo fa, l’abitudine di conservare gli avanzi alimentari era molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali. I resti di cucina erano utilizzati per nutrire gli animali da cortile, concimare l’orto. Allo stesso modo, gli sfalci di giardino, le potature, le deiezioni animali erano sfruttati come fertilizzanti per la terra. Oggi invece si è persa questa utile abitudine.
Circa il 30% dei rifiuti che produciamo è di natura organica ed opportunamente trattati, essi possono essere reimpiegati nell’orto o giardino di casa e in agricoltura. Il suolo infatti, spesso troppo sfruttato e impoverito da colture intensive, ha sempre più bisogno di sostanze organiche per riacquistare l’equilibrio perduto. Una delle soluzioni più razionali per il recupero dei residui organici è effettuare la raccolta differenziata, che consente di recuperare tutti i residui organici di origine animale e vegetale, vale a dire gli scarti alimentari e verdi, quali potature e sfalci d’erba. Occorre fare molta attenzione nella raccolta della frazione umida perché una banale distrazione (inserimento di materiale non biodegradabile) può compromettere il contenuto di un intero carico di residui organici da avviare al recupero. I residui organici, infatti, vengono trasformati in ammendante compostato (compost) attraverso gli impianti di compostaggio. Questo processo di trasformazione copia esattamente quello che fa la natura con la biodegradazione: batteri, funghi, lombrichi e altri esseri viventi, detti decompositori, si nutrono del rifiuto organico, animale e vegetale, e lo scindono in elementi più semplici, perfetti per nutrire le piante. È così che i nostri rifiuti organici hanno nuova vita…