Campionato di giornalismo de la Nazione: l'articolo scritto dai ragazzi della terza media della scuola L. Da Vinci di Rufina.
CHI È un immigrato? E’ difficile dare una risposta a questa domanda perché, alla fine siamo tutti degli immigrati. Ciò che adesso chiamiamo “popolo italiano” in realtà non è che un mosaico di etnie formato nel tempo, dalle diverse popolazioni che si sono stanziate nella penisola. L’Italia si è quindi formata come è oggi perché non ha mai cessato di integrare coloro che ne superavano i confini e che portavano con sé quanto di più prezioso avevano: la loro cultura. Per due secoli anche l’Italia è stata un Paese di emigranti. Dalla fine dell’800 alla metà del 900, milioni di italiani hanno lasciato le loro case, per andare a cercare lavoro all’estero. Sono così nate vere e proprie “colonie” italiane: in Argentina, Stati Uniti, Brasile, Australia, ma anche in Germania, Belgio e Francia. Inoltre il tragico epilogo della Seconda Guerra Mondiale, con il passaggio dell’Istria alla Jugoslavia, causò il drammatico esodo dei profughi italiani costretti a fuggire per il terrore che si ripetessero i massacri commessi durante la guerra dai partigiani jugoslavi. Perciò è piuttosto sorprendente che qualche italiano oggi, possa essere prevenuto nei confronti di chi emigra nel nostro Paese. Sembra quasi che si cerchi di difendere il proprio benessere, conquistato con tanta fatica, da ogni minaccia reale o immaginaria, senza pensare alle guerre e alle persecuzioni da cui molti profughi scappano, rischiando la vita nei “viaggi della speranza”. EPPURE si possono garantire accoglienza e dignità, come ha fatto il Comune di Rufina che, da quest’estate, ha accolto circa quaranta richiedenti asilo provenienti da paesi martoriati dalla guerra, dalla miseria, dalle dittature come Nigeria, Costa D’Avorio, Gambia e Bangladesh. Essi sono stati sistemati nelle strutture di Pomino e Turicchi, perfettamente idonee e decorose, in attesa che lo stato vagli la loro posizione giuridica. A tutti sono stati offerti la frequenza di un corso di lingua italiana e un’accoglienza di tipo familiare come primo passo verso l’integrazione, coinvolgendo anche associazioni di volontariato e la Cooperativa Cristoforo, che da anni opera nel nostro territorio. NOI, ragazzi di terza media, abbiamo invitato alcuni di loro nella nostra scuola e abbiamo ascoltato, non senza un certo coinvolgimento emotivo, le loro tristi storie, fatte di privazioni, pericoli, paure, mancanza di libertà. Non neghiamo che ci ha fatto molto piacere sentire che si trovano bene da noi perché qui hanno incontrato persone disponibili ad aiutare gli altri e che l’Italia è il Paese dove vorrebbero vivere.
I ragazzi della terza media della scuola L. Da Vinci di Rufina.