Anche quest'anno, in occasione della XXVIII edizione del Bacco Artigiano, si ripete l'appuntamento Aspettando il Bacco, un appuntamneto con l'arte in tutte le sue forme.
Anche quest'anno, in occasione della XXVIII edizione del Bacco Artigiano, si ripete l'appuntamento Aspettando il Bacco, un appuntamneto con l'arte in tutte le sue forme. Quest'anno la Villa ospiterà al Piano terreno le personali di Gian Paolo GIOVANNETTI, Protagonisti della terra Rossa, Stefano MARTELLI, Giovanni MAZZI, Orfeo, oltre i mondi invisibili, oltre l'illusione, Associazione Cassiopea, Viva Verdi. La Biblioteca Comunale ospiterà invece la mostra di Carlo Tesori L’arte materializzata: modellati a sottrazione, colorati a olio.
Il tutto prenderà il via alle 17,30 di sabato 21 settembre.
Quest'anno Aspettando il Bacco sarà l'occasione anche per un grande evento: l'inaugurazione del MUSEO MARIO ROMOLI che raccoglie oltre 50 opere del grande artista fiorentino, raccolta curata e allestita da Marco Romoli, figlio dell'artista. All'inaugurazione del museo, che occuperà tutto il Piano superiore della Villa, verrà presentato il libro "Prigioniero del cielo - Appunti di una vita scomoda”, Raccolta degli scritti di Mario Romoli, curata da Claudio Strinati.
Romoli è stato un artista scomodo, un personaggio ferocemente intransigente e polemico, severo nei confronti di molti critici e avverso alle leggi che sempre più dominano il mercato dell’arte..
Si è certamente trattato di una personalità originale e singolare, appassionato alle molteplici espressioni dell’intelligenza dell’uomo e della sua creatività, dall’arte alla letteratura alla filosofia e alla scienza, sempre attratto dai misteri dell’universo.
Oltre che un artista era anche un inquieto e profondo indagatore.
La sua produzione artistica ha seguito un continuo sviluppo di ricerca, con modalità figurative e astratte. Dalla fine degli anni ’20 fino a tutti gli anni ’30 opera con una modalità vicina al classicismo italiano, ma anche a Cezanne e agli impressionisti, pur con qualche affaccio ad un mondo nuovo, forse più astratto, come nel nudo del 1935 e in altre opere non esposte. Collabora col gruppo Toscano, con Gamberini e Berardi, gli autori della stazione di Firenze. E’ in contatto con molti importanti artisti dell’epoca. Eugenio Chiostri è stato uno dei suoi principali maestri. Dopo la guerra la sua maniera si modifica in un linguaggio vicino a Picasso e Rouault. I suoi soggetti: nature morte,, figurazioni simboliche, il paesaggio toscano, spesso in una luce di trasfigurazione astratta. Anche il ritratto è uno dei suoi temi, sosteneva che in un volto c’è tutto il mistero dell’universo. A questo periodo risale il ciclo di affreschi della Banca Toscana in via Por Santa Maria ed il grande affresco di Porta Romana, sulla vita di Firenze nei secoli e realizzato a seguito della vittoria di un concorso organizzato da La Pira e Bargellini per la sostituzione di un affresco scomparso del ‘600. Sulla destra i personaggi della Firenze antica, a sinistra quelli della Firenze moderna. Negli anni ’60 conosce a Firenze il pittore francese Silvain Vigny, col quale nasce un’esperienza di vicinanza artistica. Le opere di questo peiodo sono numerose, spesso dipinte a tempera grassa. Nell’ultima parte della sua vita due dei quadri più rappresentativi, che sono esposti, sono Pinnacoli-Le tentazioni di Cristo e La barca-Gesù sul lago di Tiberiade. L’attività artistica è stata continuamente affiancata da esperienze complementari d’indagine e produzione d’idee scientifico tecniche: Dal progetto di uno Statoreattore di cui si espone un modello originale del 1931, a un sistema di freni aerodinamici (flap) per gli aerei a reazione Vampire De Havilland degli anni ’50. Poi esperimenti sul cinema a 3 D e l’idea dell’airbag per le motociclette, dei primi anni ’60. L’ultima realizzazione della sua vita è stato un Motore rotativo a combustione interna, del quale ha realizzato vari prototipi, l’ultimo funzionante che alla sua morte è stato donato al CNR (consiglio nazionale delle ricerche). La raccolta dei suoi scritti, da me raccolti e pubblicati a cura di Claudio Strinati, è la chiave di questo mondo d’indagine, talvolta onirica e surreale, ma sempre mosso da un interesse e una curiosità genuini.
Quella di Mario Romoli è stata una vita difficile, con l’ottenimento di alcune, poche soddisfazioni ma soprattutto molte delusioni e difficoltà economiche.
Questo museo può rapresentare un postumo, importante riconoscimento della sua opera.