Oggi si celebra il Giorno del ricordo, solennità civile nazionale.
Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92. Con essa si vuole ricordare le tristi vicende del nostro confine orientale, l'immensa tragedia che coinvolse migliaia di italiani istriani, dalmati e fiumani. Fu un periodo doloroso per quei territori nel quale le vendette e la voglia di pulizia etnico-culturale procurò vittime e profughi. Questa data ricorda il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia. Ma la tragedia delle foibe e quella dell'abbandono di quelle terre da parte degli italiani sono un simbolo e rappresentano un monito alla necessità di vivere secondo pricipi di tolleranza religiosa e etnica. Nelle foibe finirono trucidati italiani che provenivano da diversa estrazione politica, fascisti e antifascisti, esponenti della cultura e delle professioni, semplici cittadini e addirittura ex-deportati di ritorno dai campi nazisti, all'insegna della più totale e bieca pianificazione di eliminazione di una realtà culturale e liguistica. Noi ci uniamo al ricordo di quei fatti dolorosi consapevoli che nel ricordo sta anche la necessità di fare memoria viva.
Nelle foibe finirono circa cinquemila vittime (forse molte di più), donne, uomini, bambini e anziani legati tra loro con il filo di ferro e spesso ancora vivi, vittime dei partigiani di Tito senza controllo e fuori da ogni parvenza di legalità, mascherando le loro azioni e la loro brutalià dietro la vendetta e le necessità della guerra.
Insieme alle vittime delle foibe la grande tragedia dei profughi giuliani: 350 mila costretti all'esodo, a lasciare case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia dove furono accolti spesso come "fascisti".
In gran parte finirono nei campi profughi e ci rimasero per anni e sulla loro storia e su quella delle stragi delle Foibe per mezzo secolo si è steso un pesante silenzio.
Rendiamo omaggio alle vittime questa enorme tragedia, alle famiglie e ai sopravvissuti, a quanti lasciarono tutto e fuggirono e apprendiamone la lezione di umiltà, di solidarietà e di comprensione della reltà che ci circonda, che troppo spesso crediamo appartenere ad un altro mondo e a periodi lontani della nostra storia, ma che invece ci circonda, che riguarda noi e chi guarda al nostro mondo e al nostro paese con speranza e fiducia, spesso con alle spalle storie di violenza, soprusi, fame e povertà ma anche vittima di intolleranza etnico-raziale o religiosa.
Il Sindaco
Mauro Pinzani
Il Presidente del Consiglio comunale
Pamela Tozzi